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Off topic: Mamme traduttrici (o traduttrici mamme)
Thread poster: Silvia Barra (X)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Essere madri lavoratrici in Italia Oct 23, 2008

Ovviamente la mia battuta sui mariti italiani era una provocazione, e sono assolutamente d'accordo con Francesca, quando parla del fatto che essere madri e lavorare in Italia significa essere punite e svantaggiate da un sistema che fa di tutto per impedire (praticamente) questa possibilità.

I miei figli ora sono grandi a sufficienza da essere autonomi (anzi uno vive già da solo), ma per me è stata dura, visto che i nonni non erano (per vari motivi) in grado di aiutarmi moltissimo
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Ovviamente la mia battuta sui mariti italiani era una provocazione, e sono assolutamente d'accordo con Francesca, quando parla del fatto che essere madri e lavorare in Italia significa essere punite e svantaggiate da un sistema che fa di tutto per impedire (praticamente) questa possibilità.

I miei figli ora sono grandi a sufficienza da essere autonomi (anzi uno vive già da solo), ma per me è stata dura, visto che i nonni non erano (per vari motivi) in grado di aiutarmi moltissimo e il marito (poi ex) italiano era praticamente inesistente comunque, da non ex e da ex.

Mi sono sempre servita di baby sitter che restavano a casa con me, così in caso di problemi potevo sempre intervenire. Spesso le baby sitter mi aiutavano anche con i servizi, altrimenti avevo una donna delle pulizie. Ovviamente, nonostante tali aiuti, restavano ancora tante altre cose da fare (prendere/portare i bambini a/da scuola/asilo, fare la spesa, cucinare, ecc.).

Sconsiglio l'asilo nido perché i bimbi si ammalano sempre, alla fine devi tenerteli a casa malati, e continuare comunque a pagare la retta (esperienza personale).

Vicino casa mia poi c'era una specie di parco giochi privato al chiuso, in cui potevo parcheggiare il piccolo per tutto il pomeriggio, pagando una cifra davvero bassa (10 Euro circa).

Certo, se fossi stata ad es. in Germania o come ora, in USA, avrei avuto un sacco di privilegi (fra cui la possibilità di scaricare le spese di baby-sitter e simili, cosa che in Italia ci possiamo ovviamente sognare, perché "la donna deve fare la casalinga", teoria sostenuta e pubblicizzata anche da un famoso personaggio che veste scarpette Prada e non mi sembra proprio la persona più adatta per esprimersi sulle donne, visto che vive in uno staterello abitato in maggioranza da scapoli !).

[Edited at 2008-10-23 18:25]
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smarinella
smarinella  Identity Verified
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i miei due cent Oct 23, 2008

Ora i miei tre sono cresciutelli - anche i problemi ahimé - ma se penso a quando ero piccoli e io avevo un lavoro fuori casa, mi viene da pensare che le traduttrici ( e in genere le free lancer) sono delle vere privilegiate rispetto che so a un'infermiera/medico/turnisti vari o anche solo a chi lavora che so in fabbrica (magari senza turni) ma con stipendi da fame, o magari senza genitori a disposizione e 3/4 marmocchi.

L'anno scorso mi venivano i brividi a sentire una collega che
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Ora i miei tre sono cresciutelli - anche i problemi ahimé - ma se penso a quando ero piccoli e io avevo un lavoro fuori casa, mi viene da pensare che le traduttrici ( e in genere le free lancer) sono delle vere privilegiate rispetto che so a un'infermiera/medico/turnisti vari o anche solo a chi lavora che so in fabbrica (magari senza turni) ma con stipendi da fame, o magari senza genitori a disposizione e 3/4 marmocchi.

L'anno scorso mi venivano i brividi a sentire una collega che lasciava il sabato tre gemelli (3) per cinque (5) ore da soli in casa perché non aveva i soldi per pagare la baby sitter! IO non avrei mai potuto, nemmeno per un quarto d'ora! E a Civitavecchia conosco un paio di mamme, una con 8, un'altra con 6 figli costrette a lavorare per 8 o 10 ore al giorno per arrivare alla fine del mese (o della 3° settimana, magari.

Dico questo soltanto per incoraggiare le colleghe con bambini piccolissimi ad avere il coraggio di metterne in cantiere almeno un secondo.
Se non se lo può permettere chi lavora in casa magari con marito e perfino babysitter/donna delle pulizie, chi altri? ....

In un'inchiesta di proz su 'quanti figli avete?' uscì fuori che la metà dei traduttori erano senza figli ma c'era poi una piccola percentuale (non ricordo quanti) con più di 4 - secondo me proprio perché almeno uno dei due genitori vive in casa (home husbands compresi, certo..)
E' vero che i marmocchi strillano, urlano, rompono, non fanno dormire di notte -però è altrettanto vero che i figli sono la cosa più preziosa dell'esistenza, che una vita senza figli non è proiettata al futuro, e che, anche in una vita coniugale felice, non vanno mai considerati come un optional ma il perno intorno a cui ruota la famiglia - direi la società se non avessi paura di attirarmi troppi 'buhhhhh'.
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Francesca Sfulcini
Francesca Sfulcini
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Freelancer privilegiate? Mmm.... Oct 23, 2008

[quote]smarinella wrote:

Ora i miei tre sono cresciutelli - anche i problemi ahimé - ma se penso a quando ero piccoli e io avevo un lavoro fuori casa, mi viene da pensare che le traduttrici ( e in genere le free lancer) sono delle vere privilegiate rispetto che so a un'infermiera/medico/turnisti vari o anche solo a chi lavora che so in fabbrica (magari senza turni) ma con stipendi da fame, o magari senza genitori a disposizione e 3/4 marmocchi.
[quote]

Ma tu lavori come freelance attualmente? Perché sinceramente questo cliché "ah va beh, lavora da casa=lavora se e quando vuole" va sfatato... Non sbagliamoci: l'unico vantaggio del lavorare a casa è che si risparmia il tempo per raggiungere il luogo di lavoro e tornare a casa. Finisce qui. Se hai dei bambini, fino a che hanno circa 3 mesi puoi anche lavorare nei momenti in cui dormono, ma poi ovviamente non è più possibile e bisogna trovare una soluzione diversa (baby sitter, asilo o quant'altro). E comunque le levatacce alle 6 di mattina mi pare siano la prassi (che anch'io adotto oltre alla baby sitter per 4 ore la mattina, tra l'altro). Insomma, tanto di cappello a infermiere e turnisti ecc., ma mi sfugge il senso del tuo discorso: non è per caso possibile che un freelance in qualche momento della propria vita non riesca a guadagnare abbastanza per sbarcare il lunario? Mi sembra sinceramente che sia più alta la probabilità che questo accada nel caso di liberi professionisti piuttosto che nel caso di dipendenti statali (vedi infermieri), no?
E poi...riguardo alla tua ultima osservazione, la decisione di fare dei figli oppure no mi sembra una questione davvero troppo personale e privata per dare giudizi in merito in questa sede...Oltre al fatto che, se non fossi fertile o avessi deciso volontariamente di non avere figli, credo avrei avvertito la tua affermazione come offensiva.

[Edited at 2008-10-23 23:13]

[Edited at 2008-10-23 23:15]


 
Francesca Pesce
Francesca Pesce  Identity Verified
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Privilegi del lavoro freelance Oct 24, 2008

Francesca, perché all'improvviso questo intervento "arrabbiato"? Stiamo parlando, confrontandoci, e soprattutto cercando di condividere esperienze.

A me l'intervento di smarinella è piaciuto molto. Non l'ho trovato offensivo. E neanche pregno di giudizi o pregiudizi. Ci ho letto il tentativo di trasmettere un messaggio frutto della sua esperienza di vita. Poi si può benissimo non essere d'accordo, ma non mi sembra che smarinella abbia detto che una vita senza figli non abbia s
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Francesca, perché all'improvviso questo intervento "arrabbiato"? Stiamo parlando, confrontandoci, e soprattutto cercando di condividere esperienze.

A me l'intervento di smarinella è piaciuto molto. Non l'ho trovato offensivo. E neanche pregno di giudizi o pregiudizi. Ci ho letto il tentativo di trasmettere un messaggio frutto della sua esperienza di vita. Poi si può benissimo non essere d'accordo, ma non mi sembra che smarinella abbia detto che una vita senza figli non abbia senso o non valga la pena di viverla. Tutt'altro. Certo, chi ha problemi di fertilità può dispiacersi, ma se veramente vuole figli, magari la pensa nello stesso modo. Mentre chi ha scelto di non averne, perché si dovrebbe offendere? Semplicemente la pensa in un altro modo e magari farebbe bene a intervenire per esprimere il suo pensiero e punto di vista.

(Peraltro, chi di voi mi conosce, sa perfettamente che non sono una di quelle che considera la famiglia un valore assoluto, né che ritenga che avere figli sia un destino, un obbligo o un dovere. L'autodeterminazione è per me un elemento determinante nella vita di ogni donna.)

E, nonostante ciò, l'intervento di smarinella mi è piaciuto molto.

Non entrerei comunque in un dibattito su chi sia più privilegiato tra libere professioniste e altre categorie di lavoratrici. Non ne usciamo. Come ha ribadito anche Giuseppina è proprio la "categoria" delle madri lavoratrici che ha la vita dura nel nostro paese.

Però non concordo con Francesca Sfulcini quando dice che l'unico vantaggio del nostro lavoro sta nel non doversi spostare per andare a lavorare. Siamo certo più privilegiate di molte, ma abbiamo qualche svantaggio rispetto ad altre.

Noi abbiamo il vantaggio della flessibilità (e, questa volta, si tratta di una flessibilità scelta da noi).

Possiamo scegliere se, quando, quanto, dove e come lavorare.

Io ad esempio posso decidere la mattina, dopo aver lasciato mio figlio a scuola, di fermarmi a fare due chiacchiere e colazione al bar con le mie amiche mamme per mezz'ora, rinviando l'inizio del mio orario lavorativo (per poi magari recuperarlo mangiando un panino davanti al computer a pranzo). Posso lavorare meno oggi per trascorrere il pomeriggio con mio figlio, e poi recuperare il "tempo perso" domani mattina.

Posso organizzarmi il lavoro secondo le mie esigenze e secondo le mie priorità.

In cambio di questa flessibilità, naturalmente, a qualcosa bisogna pur rinunciare (altrimenti lo farebbero tutti). Manca la certezza del lavoro e del reddito. Però, con i tempi che corrono, ossia con la piega che ha preso il nostro paese negli ultimi anni, alla fine in questa incertezza finiamo per viverci in molti. E i numeri vanno aumentando in misura esponenziale.
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Xanthippe
Xanthippe
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mamma traduttrice, dirigente di ditta, italiana in francia Oct 24, 2008

hello !

per quanto mi riguarda, ho aperto la mia agenzia di traduzione e centro di formazione 3 anni fa e ... sei mesi dopo .... sono rimasta incinta ....

panico a bordo .... MA :

in Francia ci sono le "nounous" (assistantes maternelles) che sono proprio delle assistenti della mamma, in genere accolgono i bimbi da 3 mesi a 3 anni a casa loro.

E' difficile trovarne una che sia brava, ma io l'ho trovata e .... l'ho trovata a 1 minuto dal mio uffi
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hello !

per quanto mi riguarda, ho aperto la mia agenzia di traduzione e centro di formazione 3 anni fa e ... sei mesi dopo .... sono rimasta incinta ....

panico a bordo .... MA :

in Francia ci sono le "nounous" (assistantes maternelles) che sono proprio delle assistenti della mamma, in genere accolgono i bimbi da 3 mesi a 3 anni a casa loro.

E' difficile trovarne una che sia brava, ma io l'ho trovata e .... l'ho trovata a 1 minuto dal mio ufficio.

Pero`bisogna sempre ringraziare le NONNE ...
la mia mamma è andata in pensione e si è trasferita qui in Francia, quindi, fra assistente materna, nonna e papà (francese, ma che adora occuparsi di onstro figlio ...) riesco a sbrigarmela.

Il mio bimbo ha adesso 22 mesi e si è adattato a questo ritmo. A volte mi succede di dover organizzarmi con mia mamma o con mio marito perché siano loro ad andarlo a prendere perché devo restare in ufficio. Cerco di farlo solamente quando è proprio urgente.

altrimenti, per la casa : ho abituato mio marito ad adottare una mentalità moderna : il primo di noi due che vede che c'è una cosa da fare, la fa. Poi, devo dire che mia mamma passa tutti i giorni da noi per dare come dire lei "una razzatina" (un po' d'ordine), passare l'aspirapolvere se è il caso e fare le lavatrici e stirare .... mi rendo conto che ho una fortuna .... mia mamma ha 70 anni .....ma è quasi più efficiente di me !

a volte è un po' noioso rendersi conto che non ci si fa a fare tutto ..... ma "c'est la vie"

No non è facile, ma mi considero molto fortunata !

ciao e coraggio a tutte quelle che fanno salti mortali per riuscire a fare tutto !



[Modifié le 2008-10-24 10:23]
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Saskia Ponzi
Saskia Ponzi

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In Germania Oct 24, 2008

Giuseppina Gatta ha scritto:

"Certo, se fossi stata ad es. in Germania o come ora, in USA, avrei avuto un sacco di privilegi (fra cui la possibilità di scaricare le spese di baby-sitter e simili"

Come ho raccontato prima, per me in Germania era peggio. Alle 11.30 dovevo andare via da casa a prendere il figlio più piccolo all'asilo (se vieni dopo le 12, ti fanno la predica), poi tornavano gli altri dalla scuola. (Adesso mi sembra che la situazione sia migliorata un po'
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Giuseppina Gatta ha scritto:

"Certo, se fossi stata ad es. in Germania o come ora, in USA, avrei avuto un sacco di privilegi (fra cui la possibilità di scaricare le spese di baby-sitter e simili"

Come ho raccontato prima, per me in Germania era peggio. Alle 11.30 dovevo andare via da casa a prendere il figlio più piccolo all'asilo (se vieni dopo le 12, ti fanno la predica), poi tornavano gli altri dalla scuola. (Adesso mi sembra che la situazione sia migliorata un po' all'asilo, si possono "comprare" ore aggiuntive, ma prima non era possibile.) I rari posti al doposcuola erano esclusivamente per mamme senza marito/ compagno, e bisognava dimostrare bianco su nero quante ore si lavora al giorno. Una babysitter per quattro dove l'avrei trovata? Mi sembra che anche lì volevano le madri casalinghe.
Però io avevo scelto di fare quattro figli e mi piaceva stare con loro, non avrei voluto perdermi come crescono... Sono assolutamente d'accordo con smarinella, anch'io li trovo la cosa più bella al mondo Non mi sembra di offendere nessuno dicendo questo, e neanche lei l'ha fatto. Stiamo parlando solo di noi, naturalmente ognuno pensa un po' diverso, è nomale!
Comunque, chi riesce a unire in qualche modo figli, casa e lavoro è veramente fortunata... spero di farcela anch'io un giorno, meglio di adesso. Il tempo sta dalla mia parte, perché i bambini crescono così velocemente.

[Bearbeitet am 2008-10-24 16:40]
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Francesca Sfulcini
Francesca Sfulcini
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la mia esperienza Oct 24, 2008

Francesca Pesce wrote:

Francesca, perché all'improvviso questo intervento "arrabbiato"? Stiamo parlando, confrontandoci, e soprattutto cercando di condividere esperienze.


Arrabbiato? Non mi sembra o in ogni caso non voleva esserlo (Sarà perché stavo lavorando e l'ora in cui ho SCELTO di lavorare non è in genere proprio propizia per lavorare, ma lo è maggiormente per dormire e sono stata un po' sbrigativa? Può darsi...)


A me l'intervento di smarinella è piaciuto molto. Non l'ho trovato offensivo. E neanche pregno di giudizi o pregiudizi. Ci ho letto il tentativo di trasmettere un messaggio frutto della sua esperienza di vita. Poi si può benissimo non essere d'accordo, ma non mi sembra che smarinella abbia detto che una vita senza figli non abbia senso o non valga la pena di viverla. Tutt'altro. Certo, chi ha problemi di fertilità può dispiacersi, ma se veramente vuole figli, magari la pensa nello stesso modo. Mentre chi ha scelto di non averne, perché si dovrebbe offendere? Semplicemente la pensa in un altro modo e magari farebbe bene a intervenire per esprimere il suo pensiero e punto di vista.


Ognuno ovviamente ha la propria sensibilità ed è libero di dissentire. La frase a cui facevo riferimento, che una vita senza figli non è proiettata al futuro, mi sembra alquanto forte, forse non significa "non vale la pena di viverla", ma insomma poco ci manca. E poi, ribadisco, non mi piace la demagogia che ci sta dietro e un certo atteggiamento superficiale alla questione. A me personalmente ha urtato un po'. Questa è chiaramente solo la mia opinione.


Possiamo scegliere se, quando, quanto, dove e come lavorare.


Chiaro che c'è una maggiore flessibilità, ma restano le medesime faccende da sbrigare e gli stessi problemi a cui fare fronte, si può posticipare ad un altro momento ma si fanno gli stessi salti mortali di chi lavora fuori casa (non farei in questo caso la distinzione dipendente/libero professionista, smarinella sottolineava essenzialmente le differenze tra il lavorare a casa rispetto al "lavorare fuori casa"), come infatti dimostrano le numerose testimonianze di questo thread.
Io ho scelto di lasciare un impiego come traduttrice in-house per diventare libera professionista proprio in ragione di questa flessibilità del QUANDO lavorare, ma non mi sembra di essere privilegiata rispetto a chi lavora fuori casa, è stata una scelta diversa motivata dal fatto che voglio poter stare con mio figlio più tempo possibile, (cosa che non potrei fare se dovessi passare in ufficio un orario ben determinato) ma che naturalmente comporta anch'essa sacrifici e compromessi.


Manca la certezza del lavoro e del reddito. Però, con i tempi che corrono, ossia con la piega che ha preso il nostro paese negli ultimi anni, alla fine in questa incertezza finiamo per viverci in molti.


Appunto questo intendevo dire: la difficoltà di arrivare a fine mese può riguardare tutti indipendentemente dall'esercizio della libera professione o meno. Non
vedo queste palate di soldi che arrivano sui traduttori freelance, sinceramente...

Per quanto riguarda la mia esperienza, io, come ho detto sopra, ho scelto di diventare freelance quando sono rimasta incinta perché non avrei personalmente sopportato l'idea di trascorrere solo poche ore la sera in compagnia di mio figlio. I primi tre mesi, in cui mio figlio dormiva fino alle 12 ininterrottamente dalla sera precedente (!), ho potuto tranquillamente lavorare la mattina e i pomeriggi durante i sonnellini. Dai 3 ai 6 mesi abbiamo trascorso un periodo negli Stati Uniti e lì ci siamo suddivisi i compiti, ovvero il tempo da trascorrere con nostro figlio, con mio marito che in quel periodo ha lavorato da casa. Ecco, consiglio a tutte le future mamme di fare in modo, se possibile, di creare le condizioni per consentire al padre di stare a casa con il bimbo il più possibile nei primi mesi perché serve enormemente a responsabilizzare e a gettare le basi per un legame più stretto tra padre e figlio. Quando il bimbo ha avuto sei mesi e una volta che mio marito ha ripreso il normale orario lavorativo, non è stato più possibile fare a meno di una baby-sitter. Oggi, con il mio bimbo che ha 11 mesi, la mia giornata lavorativa è questa: mi sveglio molto presto, verso le 5:30-6 e poi lavoro fino alle 13:00 quando la baby-sitter se ne va. Per il momento questa organizzazione funziona bene, lavoro tranquillamente per circa 7 ore ogni giorno, l'unico problema è rappresentato dal fatto che lavorando soprattutto la mattina, il pomeriggio non posso controllare costantemente le mail e quindi rispondere tempestivamente ad eventuali richieste e, per assurdo, dal fatto che il pc, se sono in casa, alla fine resta sempre acceso e un'occhiatina che distoglie dal bimbo, finisco per darla comunque. Ma tra poco, finalmente, avrò uno studio nella casa nuova e a quel punto, una volta conclusa - alle 13:00 - la giornata lavorativa, si chiude la porta e ci si dedica totalmente al pargoletto (che sì, questo è vero, smarinella, è davvero una gioia immensa ).


[Edited at 2008-10-24 15:02]

[Edited at 2008-10-24 15:03]

[Edited at 2008-10-24 15:05]

[Edited at 2008-10-24 15:06]


 
Giulia Fabrizi
Giulia Fabrizi
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..mamma...papà...tagesmutter Oct 24, 2008

..anche io ho un bimbo in pancia, che nascerà a febbraio e sono proprio in procinto di informarmi sulla disponibilità del nido o della cosiddetta "Tagesmutter". Riportare "il mio caso" è relativo, dato che io sono traduttrice interna e quindi i miei ritmi di lavoro, attuali e futuri, sono, per così dire, fissati dall´esterno, con poco margine di flessibilità. Comunque, spendo una parola a favore dei partner/mariti/compagni, ecc....il papà del mio futuro bambino andrà anche lui in "patern... See more
..anche io ho un bimbo in pancia, che nascerà a febbraio e sono proprio in procinto di informarmi sulla disponibilità del nido o della cosiddetta "Tagesmutter". Riportare "il mio caso" è relativo, dato che io sono traduttrice interna e quindi i miei ritmi di lavoro, attuali e futuri, sono, per così dire, fissati dall´esterno, con poco margine di flessibilità. Comunque, spendo una parola a favore dei partner/mariti/compagni, ecc....il papà del mio futuro bambino andrà anche lui in "paternità"..anche se solo 3 mesi...semplicemente perché guadagna più di me. Altrimenti sarebbe ben felice di occuparsi più tempo del futuro nascituro.
In bocca al lupo a tutte.
giulia
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Francesca Sfulcini
Francesca Sfulcini
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Dimenticavo Oct 24, 2008

...forse è intuibile dal post, ma mio marito è un perfetto mammo (e casalingo )

 
Saskia Ponzi
Saskia Ponzi

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Auguri Oct 24, 2008

... a Giulia, anche se c'è ancora tempo. Per un bébé piccolo io preferirei la Tagesmutter al nido. Quando io stessa facevo la Tagesmutter, il bébé della mia vicina di casa (che poi è diventata anche amica) lo portavano da me da quando aveva otto settimane! Cresceva con i miei figli come un fratellino, con il vantaggio che non erano gelosi. Se c'era bisogno lo prendevo anche la sera o la domenica. Era una cosa bellissima per tutti quanti, e ci dispiaceva tantissimo lasciarlo quando ci siamo... See more
... a Giulia, anche se c'è ancora tempo. Per un bébé piccolo io preferirei la Tagesmutter al nido. Quando io stessa facevo la Tagesmutter, il bébé della mia vicina di casa (che poi è diventata anche amica) lo portavano da me da quando aveva otto settimane! Cresceva con i miei figli come un fratellino, con il vantaggio che non erano gelosi. Se c'era bisogno lo prendevo anche la sera o la domenica. Era una cosa bellissima per tutti quanti, e ci dispiaceva tantissimo lasciarlo quando ci siamo trasferiti in Italia! Naturalmente bisogna trovare la persona giusta e essere d'accordo sull'educazione. Forse potresti mettere un annuncio tu stessa tipo: "cercasi Tagemutter amorevole"...Collapse


 
Sabina Moscatelli
Sabina Moscatelli
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Trovo anch'io che la tata Oct 26, 2008

(o la vostra Tagesmutter) sia un'ottima alternativa al nido, in base alla mia esperienza. La tata c'è sempre, anche quanto i bambini sono ammalati e il nido non li prenderebbe.

Maddalena, la mia bambina, ha poi condiviso la tata con il suo cuginetto più piccolo, Giovanni, e così aveva sempre compagnia.

In più la tata era dolcissima, paziente e ha insegnato loro un buon grado di autonomia (pannolino tolto prestissimo, si mangia da soli con le posate, ci si lava le ma
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(o la vostra Tagesmutter) sia un'ottima alternativa al nido, in base alla mia esperienza. La tata c'è sempre, anche quanto i bambini sono ammalati e il nido non li prenderebbe.

Maddalena, la mia bambina, ha poi condiviso la tata con il suo cuginetto più piccolo, Giovanni, e così aveva sempre compagnia.

In più la tata era dolcissima, paziente e ha insegnato loro un buon grado di autonomia (pannolino tolto prestissimo, si mangia da soli con le posate, ci si lava le mani prima e dopo e pure i denti), tanto che giusto ieri sera la mia piccola mi ha chiesto quando potrà stare nuovamente con la tata (in realtà abita nella nostra stessa via, quattro case più in su), per mangiarsi la "pasta al sugo" (evidentemente la mia non è altrettanto buona).
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Maria Luisa Dell'Orto
Maria Luisa Dell'Orto  Identity Verified
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Tata.. che privilegio Oct 26, 2008

sabina moscatelli wrote:

Trovo anch'io che la tata (o la vostra Tagesmutter) sia un'ottima alternativa al nido, in base alla mia esperienza. La tata c'è sempre, anche quanto i bambini sono ammalati e il nido non li prenderebbe.



Sabina ha perfettamente ragione, una tata è la soluzione ideale a tutti i problemi di organizzazione che sorgono quando si hanno bambini piccoli.

Io ho due figli piccoli una di 2 anni e mezzo e uno di 5 anni e mezzo che vanno rispettivamente all'asilo e a scuola. Purtroppo sono completamente sola perchè abito in Inghilterra e tutti i nonni sono in Italia, mio marito lavora 13 ore al giorno minimo e non posso contare su di lui in caso di imprevisti. Purtroppo manternersi una tata a tempo pieno mi costerebbe una fortuna, qui sono veramente care. Ripiego su una baby sitter in caso di estremo bisogno, ma il problema è che io lavoro da casa e mi sono creata l'angolo ufficio nell'open space cucina-salotto per poter tenere d'occhio i pargoli quando sono a casa, quindi in caso di malattia, trovarmi a casa bambini + baby sitter nello stesso ambiente dove lavoro è un disastro.

Lo scorso febbraio i due piccoli hanno preso la varicella a distanza di 15-20 gg l'uno dall'altro, il risultato: due figli a casa per un mese e mezzo. Io avevo consegne urgentissime ed era troppo tardi per passare il lavoro a qualche collega. Ho trovato una santa collega che si è presa metà del lavoro, io ho lavorato di notte e nelle ore in cui dormivano di giorno, e ce l'abbiamo fatta in modo soddisfacente.
Ho provato a chiamare la baby sitter i primi giorni... e quelli sono stati proprio i giorni dove non sono riuscita a lavorare neanche 10 minuti di fila.

Attualmente mi sono organizzata un po' meglio. Cerco di selezionare un po' meglio i lavori in base alle esigenze e lavoro molto di sera, quasi mai di week end, se non sotto consegna urgente.

I piccoli stanno crescendo, ma vi assicuro che è impagabile la gioia di vederli crescere con me. Non mi sono persa un evento importante: primi passi, prime parole, etc. Certo mi sono trascurata molto e ho perso moltissime ore di sonno che non recupererò più, ma amo moltissimo questo lavoro e sto lottando per costruirmi una soluzione più solida quando le due creature saranno un po' più indipendenti.

Auguro una buona domenica a tutti/e!

MLuisa


 
Saskia Ponzi
Saskia Ponzi

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È questa la differenza Oct 26, 2008

Maria Luisa Dell'Orto wrote:

Io ho due figli piccoli una di 2 anni e mezzo e uno di 5 anni e mezzo che vanno rispettivamente all'asilo e a scuola. Purtroppo sono completamente sola perchè abito in Inghilterra e tutti i nonni sono in Italia, mio marito lavora 13 ore al giorno minimo e non posso contare su di lui in caso di imprevisti. Purtroppo manternersi una tata a tempo pieno mi costerebbe una fortuna, qui sono veramente care.


Questa è la differenza tra tata e "Tagesmutter" - la "Tagesmutter" si occupa del bambino a casa sua, insieme con altri bambini, e per questo costa molto di meno ( di solito ca. 3-4 euro all'ora) di una tata. Non so se il "modello" esiste in Inghilterra, in Germania sì, ma in Italia mi sembra ancora poco conosciuto.


 
Simona R
Simona R
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Traduttrice mamma in Germania Oct 26, 2008

Ciao,
vi racconto la mia esperienza di traduttrice mamma di una bimba di 13 mesi.
Premetto che qui in zona non ho nessuno. Nei primi 6 mesi non vi è stato alcun problema. La bimba ha sempre goduto di ottima saluta e si è sempre dimostrata molto tranquilla, ragion per cui lavoravo tenendola qui in ufficio con me (ho ricominciato a tempo pieno 12 giorni dopo il parto). La situazione si è fatta problematica con il sopraggiungere del nono-decimo mese di vita della bambina, che da tra
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Ciao,
vi racconto la mia esperienza di traduttrice mamma di una bimba di 13 mesi.
Premetto che qui in zona non ho nessuno. Nei primi 6 mesi non vi è stato alcun problema. La bimba ha sempre goduto di ottima saluta e si è sempre dimostrata molto tranquilla, ragion per cui lavoravo tenendola qui in ufficio con me (ho ricominciato a tempo pieno 12 giorni dopo il parto). La situazione si è fatta problematica con il sopraggiungere del nono-decimo mese di vita della bambina, che da tranquillo angioletto si è trasformata in un simpatico mostro ipervivace. Poiché ottenere un posto al nido pubblico si è dimostrato impossibile fin dal primo momento, abbiamo optato per la soluzione della "private KITA". Al momento mia figlia vi trascorre 3 giorni la settimana, dalle 8 alle 16. Io il mattino inizio a lavorare alle 5 e un quarto e vado avanti senza pause (salvo quella mezzoretta necessaria per preparare la bambina) fino alle 15:30. A quel punto esco per andare a prendere la piccola e trascorro con lei il resto del pomeriggio. Alle 18:30 arriva il papà. E mentre lui si prende cura della bambina (cena e bagno inclusi), prepara la cena per noi due, lava i piatti ecc. io mi prendo cura della casa. Questo il programma dal lunedì al mercoledì. Il giovedì il mio compagno lavora da casa tenendo la bambina nel suo studio. Poiché gli altri giorni si ferma in ufficio un'ora in più del normale e rinuncia alla pausa pranzo, il giovedì si ritrova a dover lavorare solo 5 ore circa. E anche questo è fattibile. Il venerdì è il mio giorno semilibero e lo trascorro con la bimba. Il sabato lavoro tutto il giorno, la domenica mezza giornata. Quando il carico di lavoro si fa insostenibile salto con la bambina sul primo volo Colonia-Milano e vado dai miei per una o due settimane portandomi dietro il lavoro.
Finora questo capolavoro organizzativo pare funzionare bene.
Per concludere vorrei sfatare un pochino il mito della lavoratrice privilegiata in Germania: come giustamente osserva Giuseppina, le spese per babysitter e simili sono scaricabili (in parte). Ciò è certamente positivo. Senza addentrarmi in tediosi calcoli, vi dirò però che io pago EUR 49,50 al giorno perché mia figlia venga curata dalle 8 alle 16. Calcolate voi stesse in quali spese incorrono le innumerevoli mamme lavoratrici a tempo pieno che, meno fortunate della sottoscritta, non possono contare su un marito o compagno. Insomma, la Germania dei grandi privilegi (che indubbiamente c'è stata) non c'è più e la tremenda carenza di strutture per l'infanzia da un lato e il lavoro femminile dall'altro sono fra i temi più scottanti del momento.

Simona
PS: in bocca al lupo alle future mamme-traduttrici
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Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Germania e altri posti Oct 27, 2008

Purtroppo le mie informazioni sulla Germania risalgono a molti anni fa e quindi non sono più aggiornate

Sarebbe interessante mettere un nuovo thread e raccontare le nostre esperienze in base alle varie nazioni...


 
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